Paolo Fazzini nel 2012, dopo aver proposto al grande pubblico un saggio (Gli artigiani dell’orrore: mezzo secolo di brivido dagli anni ’50 ad oggi) e un documentario (Hanging Shadows – Perspective on italian horror cinema) sul cinema horror italiano, si cimenta nella regia di un lungometraggio horror intitolato Mad in Italy. Scopriamo di più su questo film presentato al Fantafestival di Roma e arrivato anche oltreoceano grazie a Elite Entertainment.
La trama di Mad in Italy
La pellicola si sviluppa in un’Italia che si trova ad affrontare un’importante crisi economica globale e le molte difficoltà che ne derivano. Racconta la storia di Davide, un solitario trentenne orfano, che dopo aver perso il lavoro precario cade in un buco nero fatto di follia e violenza. Davide vuole trovare un modo per sfogare questa frustrazione dovuta anche alla vecchia e rigida educazione ricevuta dal padre con cui aveva un rapporto padre-padrone ed è a questo punto che la sua storia si unisce a quella di una donna. Quest’ultima, membro di una famiglia benestante di una città delle campagne marchigiane, si troverà a vivere un’esperienza terrificante proprio per colpa di Davide. La donna infatti diventerà il suo capro espiatorio, sarà rapita e tenuta prigioniera dall’uomo che diventerà un serial killer alle prime armi.
Il film che unisce finzione e realtà
Il regista della pellicola ha intrapreso questo progetto, come da lui stesso dichiarato, per il suo desiderio di raccontare senza esprimere giudizi la realtà che l’Italia si trovava a vivere in quel periodo storico dei primi anni duemila.
Fazzini ha raccontato di essersi fatto ispirare da fatti realmente accaduti nella cronaca nera italiana per la realizzazione della pellicola. Effettivamente anche ai giorni d’oggi i telegiornali e i giornali sono sommersi, purtroppo, di storie di dolore e sofferenza e la stessa cosa succedeva negli anni di produzione della pellicola. Unendo finzione e realtà quindi viene raccontata non solo l’Italia in crisi ma anche le conseguenze di queste difficoltà sull’umanità.
La pellicola risulta agli occhi dello spettatore come un qualcosa di inquietante e oscuro ma anche come molto schietta e vera. Si esplora la psicologia dei personaggi in un climax sempre crescente che lascia senza fiato e che porta ad alti livelli di tensione. Con inquietudine e con un mix tra elementi horror e parti drammatiche/psicologiche si racconta di come ambienti duri e difficili possono portare alla nascita di persone crudeli, disilluse.
Fazzini vuole mostrare e denunciare in un modo molto forte come sono alcune realtà sociali dell’Italia. Si mostra come un momento storico così cupo possa portare conseguenze negative e a cadere in un buco oscuro senza possibilità di ritorno.
Regia e cast di Mad in Italy
Se alla regia della pellicola, come detto precedentemente, troviamo Paolo Fazzini -è anche sceneggiatore- alla fotografia c’è Mirko Sgarzi (La casa dei manichini di carne e Orgia del sangue) che ci propone un’Italia rurale e che risulta molto vera. Della musica si è occupato Mario Salvucci mentre degli effetti speciali Fabrizio Capponi.
A interpretare i personaggi invece troviamo Gianluca Testa nei panni di Davide e Eleonora Bolla in quelli della donna rapita. Accanto a loro troviamo poi Rodolfo Medina, Andrea De Bruyn, Giovanni Maria Buzzatti, Philippe Guastella, Maurizio Vannicola e Paolo Sciamanna.
Mad in Italy è sicuramente un film che parla di sentimenti umani come sopravvivenza, paura e difficoltà. È una pellicola da guardare per riflettere su tematiche importanti e, come già detto, attuali all’epoca di uscita del prodotto tanto quanto oggi. Il cinema deve far riflettere e quale pellicola meglio di questa per ragionare su come difficoltà nazionali possano riflettersi sulle singole persone?