Mellotron – storie di rock progressivo italiano è un documentario musicale diretto da Angelo Rastelli nel 2014 e distribuito nel 2019. Chi ha vissuto gli anni Settanta in Italia potrà apprezzare il ricordo di quell’incredibile periodo attraverso 114 minuti di storia del rock progressivo narrata dai suoi stessi protagonisti. Ma anche le nuove generazioni si appassioneranno a questo capitolo musicale italiano, così intenso e ricco di cambiamenti.
I magnifici anni Settanta
Per capire meglio dove affonda le radici il rock progressivo dobbiamo fare un tuffo negli anni ‘70. La tv in Italia è ancora in bianco e nero e i ragazzi indossano pantaloni a zampa di elefante. E sono proprio i giovani, come sovente accade, il motore che dà il via ad una fase di rinnovo musicale.
Il Sessantotto è ormai alle spalle, ma i suoi effetti rivoluzionari ricadono su tutto questo decennio. Un vento di cambiamento soffia sull’Italia, dove iniziano a diffondersi le discoteche. Si assiste al boom delle piste da ballo, in cui le playlist preferite sono quelle composte dalla recente discomusic e dal rock’n’roll.
La corrente britannica
Ma la musica si fa portavoce anche dei desideri e dei disagi giovanili e diventa un modo per esprimere la voglia di evasione e di cambiamento. “C’era il sogno di essere un’isola di un mondo nuovo” dichiara in Mellotron Mauro Pagani della Premiata Forneria Marconi. “C’era la certezza che le cose sarebbero cambiate davvero. Ormai sappiamo tutti che era una grandissima illusione, però io dico sempre: beate le generazioni che toccano l’utopia. Sono generazioni piene di creatività, di poesia, di sentimento, di speranza“.
Tra questi sogni, tra queste speranze s’insinua il rock progressivo. Importato dall’Inghilterra dove, nel 1969, i King Crimson pubblicano l’album In the Court of the Crimson King, il prog si diffonde rapidamente in Italia, all’inizio sotto il nome di “pop italiano”. I suoi esponenti fuori confine sono rappresentati da grandi gruppi come i Pink Floyd, i Genesis, gli Yes.
Le caratteristiche del rock progressivo
Vi sono alcuni aspetti peculiari di questa travolgente corrente musicale. Innanzitutto, la durata dei brani è estremamente variabile, anche se spesso vengono preferiti brani lunghi e strutturati. Gli album sono frequentemente incentrati su un tema o un concetto. I testi sono sofisticati e complessi e spaziano dalla filosofia, ai temi sociali, al fantasy, senza disdegnare elementi di forte esistenzialismo. Inoltre, è evidente la spasmodica voglia di sperimentazione, di novità, anche grazie alla contaminazione tra generi diversi (come il jazz, la musica classica e il folk) per la creazione di brani elaborati.
Il mellotron
Altra caratteristica del prog è una predilezione innata per le tastiere. Ed è proprio uno strumento a tastiera, il mellotron, a dare il titolo al documentario. Il mellotron, una sorta di antenato dei moderni campionatori, permette di riprodurre i suoni degli strumenti musicali dell’orchestra sinfonica e le voci umane e diventa ben presto uno dei pilastri di questo genere. “C’è stata proprio una svolta significativa” dice Alberto Moreno dei Museo Rosenbach. “Stava nascendo il moog, il mellotron e quando lo suonavamo dal vivo il pubblico rimaneva allibito, perché non riusciva a capire dove potessimo nascondere questa orchestra di dieci violini. Era un sound spaventoso”.
Mellotron: storie di rock progressivo italiano
Mellotron si occupa di ripercorrere il passaggio da beat a progressive nell’Italia anni ’70 attraverso musiche, spezzoni video originali e interviste esclusive. Indagando, nel contempo, gli aspetti che portarono questo fenomeno a spopolare tra i giovani e a travolgere il panorama musicale.
Tra gli intervistati troviamo Vittorio de Scalzi dei New Trolls, Francesco Di Giacomo del Banco del Mutuo Soccorso, Lino Vairetti degli Osanna, Peppino di Santo dei Delirium e Davide “Jimmy” Spitaleri delle Orme. Un’occasione per rivivere ed esplorare uno dei periodi più brilllanti della storia della musica italiana, riassaporando l’atmosfera di quel periodo unico, quello del rock progressivo anni ‘70.