Memorie dal futuro è un documentario della durata di 42 minuti diretto da Chris Marker e prodotto nel 2001. Il mediometraggio ci permette di fare un tuffo suggestivo nel passato, più precisamente nel decennio ‘30-‘40, attraverso una serie di scatti fotografici della reporter-giornalista Denise Bellon, accompagnati dalla voce narrante di Pierre Arditi. La co-regista è Yannick Bellon, figlia della fotografa, che insieme a Marker è anche sceneggiatrice. Titolo originale: Le souvenir d’un avenir.
Denise Bellon, pioniera del fotogiornalismo
Memorie del futuro è una narrazione cronologica ben orchestrata basata sulla selezione tra 25.000 fotografie scattate negli anni tra il 1935 e il 1955. Un diario emozionante che racconta la storia della vita e dell’opera di Denise Bellon e della sua famiglia e delinea al contempo il contesto sociale e politico dell’epoca.
La fotografa ha sempre manifestato la sua libertà di espressione cimentandosi in scatti di grande varietà. Si destreggiava infatti con disinvoltura tra fotografia umanista e fotografia documentaria, sposando appieno i principi chiave del movimento surrealista. Attraverso lo sguardo fotografico cercava così di catturare gli aspetti più profondi della psiche umana.
Memorie dal futuro: la memoria storica
Guardare Memorie dal futuro è come “leggere” una sorta di saggio cinematografico. Nella pausa tra le due guerre, in quel periodo di pace che è durato solo qualche decennio, l’Europa si crogiola in uno stato di calma apparente. L’occhio fotografico coglie gli aspetti della vita artistica, sociale e politica, che saranno premonitori di un imminente disastro mondiale.
Da Salvador Dalì a Federico Mompou, attraversa un intero capitolo storico fatto anche di pensieri, sentimenti ed arte. Respiriamo così il profumo della città di Parigi del tempo, con la prima mostra surrealista e la Cinematheque Francaise. Vediamo, tra le altre cose, l’Esposizione Universale di Parigi del 1937 in cui per la prima volta si fronteggiano le mitologie naziste e sovietiche, la nascita del Fronte Nazionale e l’inizio della Guerra civile spagnola.
La tecnica geniale di Chris Marker
Prima di Memorie dal futuro, Chris Marker si era già cimentato in un cortometraggio attraverso la tecnica del montato di immagini fisse, con cui aveva conquistato la fama internazionale. Il film in questione è La jetée del 1962, una storia fantascientifica ambientata in un mondo post-apocalittico. Anche in questo caso, si tratta di una sequenza fotografica con una voce narrante fuori campo.
La pellicola venne definita “un photo-roman”, un fotoromanzo, proprio per questa tecnica innovativa che riesce ad infondere un’atmosfera particolare e a suscitare le emozioni dello spettatore. J. G. Ballard su New Worlds lo recensisce con queste parole: “questo film strano e poetico, un misto di fantascienza, favola psicologica e fotomontaggio, crea nei suoi modi peculiari una serie di immagini bizzarre dei paesaggi interiori del tempo”. Il successo de La Jetée gli è valso il 50º posto della classifica The Top 50 Greatest Films of All Time redatta dal British Film Institute.
Memorie dal futuro: considerazioni sul film
Anche Memorie dal futuro è un piccolo capolavoro di montaggio, in cui l’immagine fissa diventa la protagonista assoluta. Nonostante la definizione video sia piuttosto bassa il risultato finale risulta pulito, sia a livello di contrasto sia per quel che riguarda l’audio.
Com’è tipico di Marker non mancano dei tratti di ironia letteraria, di battute, di giochi di parole e omaggi cinematografici. La caratteristica più interessante è però la capacità di coinvolgere appieno lo spettatore grazie al perfetto connubio tra narrazione e suggestione della fotografia. Un’alchimia da cui si viene rapiti, tanto che Elvis Mitchell, del New York Times, l’ha definito “unforgettable”, indimenticabile, e Kevin Thomas, del Los Angeles Times, “a dazzling montage of images”, uno stupefacente montaggio di immagini.