Vediamo oggi un film dell’orrore che purtroppo non ha bellissime critiche. Portraits of Andrea Palmer è un film diretto dai registi e sceneggiatori C. Huston e Joe Rubin in cui si racconta la storia di una videomaker un pò sopra le righe. Scopriamolo insieme.
Portraits of Andrea Palmer: difficile da interpretare
La prima cosa che possiamo dirvi su Portraits of Andrea Palmer è che si tratta di una pellicola di difficile interpretazione. Un film horror che visto com’è strutturato è difficile anche da classificare.
Diciamo che i registi con questo loro lavoro mettono in dubbio il genere stesso, tanto che la critica lo ha definito un film dell’orrore che ha poco di spaventoso o di splatter.
Siamo di fronte ad un progetto che si discosta dal genere gore, tipico del catalogo della collana Spasmo video con cui è stato distribuito. Anche per questo motivo è fuori dai canoni horror in senso stretto.
Trama del film
Di cosa parla Portraits of Andrea Palmer? Di una cam girl, ovvero di una ragazza che si esibisce in spettacoli erotici di fronte ad una telecamera per un pubblico pagante di soli adulti su internet. Lavora per le più famose piattaforme del settore web porno ed è una delle più gettonate e pagate.
Un giorno un misterioso utente la contatta per offrirle un lavoro molto redditizio: diventerà la protagonista di un film hard. La giovane e squattrinata giovane, di nome Andrea Palmer, si ritroverà a viaggiare in dirittura di Los Angeles, dove invece che la felicità troverà degrado morale e fisico.
Si tratta quindi di una specie di ritratto-viaggio generazionale, in cui una giovane con del talento (anche se non si capisce bene quale esso sia) prende una brutta strada.
Insomma, non è un horror
Come potete ben intuire dalla trama, anche se da sempre lo si inserisce nella categoria horror (e noi faremo altrettanto), di fatto non è un film dell’orrore.
In nessuna scena del film – lo ripetiamo, NESSUNA! – compare una sola goccia si sangue. L’unica cosa che si vede esplicitamente sono i nudi pornografici e un volontario degrado della persona e della società che si approfitta della giovane “indifesa” (lo abbiamo volutamente scritto tra virgolette).
Nonostante questo, la cosa interessante del film è forse proprio questo viaggio all’insegna della disintegrazione della persona e della femminilità in quanto tale. Il tutto realizzato su di un set a dir poco arrangiato, forse volutamente.
I temi di Portraits of Andrea Palmer
Tralasciando la faccenda dell’horror no horror quello che possiamo dirvi è che Portraits of Andrea Palmer è un film che cerca di mostrare uno scenario ben preciso, forse per rimandarci ad una morale che ci faccia un pò riflettere sull’oggettivizzazione della donna.
Qui abbiamo temi come la povertà, la decadenza, l’autolesionismo e la tossicodipendenza, tutto in relazione alla donna che rimane solo un mero oggetto del desiderio.
La disperazione e la ricerca di fama e successo porteranno Andrea Palmer a scegliere una vita in cui lei non conta e contano solo i soldi. Soldi che lei spenderà per cadere sempre di più nel baratro.
Critiche finali
In conclusione, quello che ci sentiamo di dirvi in merito a Portraits of Andrea Palmer è: dategli una possibilità, guardatelo. Non se state cercando un film dell’orrore, bensì se state cercando una pellicola a tratti intensa con una fotografia un pò palliduccia che è utile a generare smarrimento nello spettatore.
Altra cosa interessante da dire è che il film venne girato tutto in 16mm e come tale può essere considerato un progetto per certi aspetti ambizioso. L’idea dei registi nell’usare questo formato era mettere a disagio chi guardava la storia della protagonista e non possiamo dire che non siano riusciti nell’impresa.
Una produzione indipendente che piace per i temi trattati, un pò meno per le sue inquadrature. Un’esperienza per coloro che si sentono coraggiosi e hanno voglia di aggiungere alla loro lista dei film visti anche una pellicola fredda, a tratti indifferente, che lascia lo spettatore perplesso, fino all’ultimo frame.