Oggi film italiano. Un film del 2019 scritto e diretto dal regista horror Claudio Lattanzi Everybloody’s End. Non ha una super trama, ma ha una fotografia spettacolare. Di seguito la recensione completa e qualche input per invogliarvi a vederlo.
Trama del film
Di cosa parla Everybloody’s End? Di un gruppo di 5 persone che lotta per la sopravvivenza. L’ambientazione è ambigua: si tratta di un sottorraneo, in cui – appunto – si ritrovano tre donne, un teologo e un giovane medico.
Le donne, una bionda, una mora e una rossa, si trovano a doversi confrontare con i due uomini in un nascondiglio dove regna l’apocalisse.
Non a caso c’è un teologo, forse l’unico che possa leggere i messaggi dietro ad ogni avvenimento all’interno di quel bunker. Il male che vi regna nasce da un tale paziente zero. Non solo. C’è anche un gruppo di ex soldati, denominati “gli Sterminatori” che crocifigge chiunque incontra che, secondo loro, è alla ricerca del male, e quindi del paziente zero, per distruggerlo.
Ovviamente, i 5 protagonisti non sono per nulla al sicuro e non sappiamo che fine faranno.
Il trailer e il cast di Everybloody’s End
All’uscita del trailer del film (che vi lasciamo infondo all’articolo di recensione), Everybloody’s End venne acclamato dalla critica.
In effetti – lo vedrete – la fotografia è davvero d’effetto e ci pone di fronte ad un lungometraggio horror che sembra promettere bene.
La trama – lo abbiamo visto – non è che non la si sia mai sentita. Ad ogni modo il regista (Claudio Lattanzi, ovvero l’ideatore de La Chiesa – 1987), ci mette del suo e rappresenta con i suoi occhi la tipica atmosfera dell’horror all’italiana.
Al centro della storia ci sono le forze del male, che sono le vere e proprie antagoniste che cercano di diffondere il caos contro il genere umano. Siamo nel campo del soprannaturale, dove 5 persone, all’apparenza normali, cercano di salvarsi (o quanto meno di salvare la loro anima).
Struttura lineare, il regista segue i canoni classici del genere e punta tutto sulla nitidezza delle immagini e sui primi piani. In alcune scene possiamo dire senza alcun giro di parole che ricorda molto il bianco nero del cinema post-moderno.
Claudio Lattanzi, autore splatter
Soffermiamoci su Claudio Lattanzi. Regista splatter del cult Killing birds – Raptors, prodotto dalla Filmirage di Joe D’Amato (insomma, niente popò di meno che…), Lattanzi con Everybloody’s End va oltre anche al suo documentario super visionario Aquarius visionarius.
Qui dirige Nina Orlandi: attrice reduce dell’acclamato La terra dell’Abbastanza di Damiano e Fabio D’Innocenzo (insomma, altri due nomi da nulla del settore cinematografico italiano). Non è comunque l’unico nome noto del panorama delle scream queen italiane: infatti, abbiamo anche Cinzia Monreale e Marina Loi, che recitano al fianco di Giovanni Lombardo Radice e Lorenzo Lepori.
La scrittura è a 4 mani: Lattanzi si lascia guidare dallo sceneggiatore Antonio Tentori (sceneggiatore di Dracula 3D e Rabbia furiosa) e il film vanta anche la partecipazione di Sergio Stivaletti, che oltre a curare gli effetti speciali si è investito dei panni d’attore in un cameo di Everybloody’s End.
Perché vedere Everybloody’s End?
Lo abbiamo detto: anzitutto per la fotografia, diretta da Ivan Zuccon (anche direttore della fotografia di Colour from the dark). Non solo. Ve lo consigliamo anche per le musiche, firmate da Luigi Seviroli, che scrisse anche quelle del film Nassiryia.
Un film che, per gli amanti dell’horror, è sicuramente da inserire nella lista dei film da vedere.