Skinned alive

Skinned alive di Jon Killough è un horror del 1990 realizzato negli Stati Uniti. Della durata di un’ora eventi, nonostante il basso budget e i brevi tempi di ripresa, ci mostra una storia terrificante e sopra le righe, che piacerà agli appassionati dello splatter underground. Vediamo dunque qualche dettaglio in più su trama, cast e curiosità.

Skinned alive: la trama

Protagonista della vicenda è una banda tutta particolare: si tratta di una famiglia statunitense, capitanata da Crawldaddy, una donna in sedia a rotelle, e completata dai due figli, Violet e Phink. Sotto il suo comando, i membri iniziano a massacrare chiunque incontrino sulla loro strada con una tecnica davvero trucida. Come si evince dal titolo, le vittime vengono scuoiate e la pelle è utilizzata per confezionare abiti. Ma qualcosa a un certo punto va storto: il furgone con cui si spostano intraprendendo omicidi di ogni genere si rompe. Come fare?

I protagonisti decidono di rifugiarsi in una casa abbandonata, dove saranno liberi di continuare la loro scia di assassini fin quando un ex poliziotto, tormentato dai propri demoni interiori, non deciderà di opporsi. Così inizierà una lotta, è il caso di dirlo, davvero all’ultimo sangue. La lista delle vittime sarà lunghissima. Chi l’avrà vinta?

Skinned alive
Il poster del film Skinned Alive

Il cast

Prima di analizzare gli attori in scena, è bene concentrarsi su due figure chiave per la realizzazione del film: il produttore e il regista. Il primo è J.R. Bookwalter, volto ormai noto nell’ambiente cinematografico low budget. I b-movie horror sono ormai il suo pane quotidiano e, nella sua carriera non ancora finita, ne ha prodotti a bizzeffe. In particolare ama partecipare alle pellicole che produce e anche in questo caso ha una piccola parte nel film. Con il regista e sceneggiatore Jon Killough aveva già avuto a che fare per il precedente The Dead Next Door.

I due, produttore e regista, sono riusciti a creare un piccolo cast, composto per lo più da giovanissimi, con meno di trent’anni. Mary Jackson nei panni di Crawldaddy, Scott Spiegel (conosciuto per essere lo sceneggiatore di La Casa 2) e Susan Rothacker (compagna del regista) in quelli dei due figli, rispettivamente Phink e Violet. Si tratta di attori alle prime armi, spesso esordienti, ma particolarmente efficaci in un progetto come questo.

skinned alive
Il poster alternativo del film

Skinned alive: alcune curiosità

Il film è palesemente ispirato alla saga di Non aprite quella porta, rivista dal regista e declinata in maniera più demenziale. Sono infatti presenti personaggi più comici e offensivi e anche i dialoghi sono volgari e sboccati. Si tratta di una strategia efficace per la caratterizzazione dei personaggi, rozzi e senza scrupoli.

Sembra infatti che inizialmente Crawldaddy dovesse essere un uomo, sostituito all’ultimo da una donna per dare un tocco più folle e devastante. La madre si comporta come un vero e proprio cavernicolo e chiede spesso ai figli di chiamarla “papà”. Anche Violet e Phink sono davvero strani, con comportamenti a tratti infantili, a tratti incestuosi, tra brevi flirt e scene hot.

La pellicola in generale è ben fatta, soprattutto a livello di make-up ed effetti speciali, considerando il bassissimo budget di circa 15mila dollari e i brevi tempi di ripresa, più o meno due settimane. C’è anche da considerare che quasi tutti i membri del cast erano agli esordi, primo tra tutti lo stesso regista Killough, ancora giovane e inesperto. Ma grazie alla presenza di un produttore specialista e all’inserimento di scene splatter molto forti è diventato un must per gli appassionati del genere.

 

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