In una sudicia prigione arriva una nuova detenuta vestita solamente di una pelliccia di piume di corvo: Principessa. Wrath of the Crows è l’horror italiano firmato Ivan Zuccon.
Wrath of the Crows: la trama
In una sudicia e angusta prigione sono detenuti un gruppo di prigionieri che non ricorda nulla delle loro vite passate, se non il peccato che li ha portati lì, in quell’orrore, nel braccio della morte.
I detenuti devono sottostare a tutte le angherie del capo delle guardie e dei suoi aguzzini. Ma c’è una figura al di sopra di tutti che incute timore sia ai detenuti che alle guardie: è il giudice, tutti ne parlano ma nessuno l’hai mai visto.
È il Giudice a imporre le leggi da rispettare. E i prigionieri conoscono molto bene le regole della prigione che devono rispettare.
In questo luogo di orrore e paura arriva una nuova detenuta, venuta per sconvolgere tutti: Principessa, una bellissima donna coperta solamente con una pelliccia di piume di corvo.
Ivan Zuccon
A cura della regia, della fotografia e di tutto ciò che si cela dietro questo horror italiano c’è Ivan Zuccon. Ivan Zuccon è un regista, produttore, produttore esecutivo, sceneggiatore, fotografo e montatore italiano, classe 1972.
Il regista predilige il genere horror ed è innegabile la sua passione per H. P. Lovecraft, da cui traggono ispirazione molte delle sue pellicole.
Secondo molti Ivan Zuccon è la prova che il panorama dell’horror italiano non è fatto solo da Dario Argento, ma esiste una realtà sommersa che solo gli amanti del genere conoscono.
Colour From the Dark è il lungometraggio che lo ha reso celebre ed è l’opera per la quale spesso viene ricordato. Il lungometraggio prodotto nel 2008 è arrivato nelle sale quattro anni dopo. Il film è ispirato a una serie di racconti di H. P. Lovecraft e racconta la storia di due famiglie contadine che hanno a che fare con una forza maligna proveniente da un pozzo.
Tuttavia, queste non sono le sole produzioni di Ivan Zuccon. Possiamo citarne di diverse, come la trilogia lovecraftiana composta da: L’altrove, del 2000, Maelstrom – Il figlio dell’Altrove, del 2001, e La Casa Sfuggita, del 2003, o come Bad Brains, del 2006,
Un inizio splatter
Ma torniamo a Wrath of the Crows, film del 2012, che vede tra gli interpreti Tiffany Shepis, Debbie Rochon, Tara Cardinal, Domiziano Arcangeli, Suzi Lorraine.
Sicuramente a catturare l’attenzione in questa pellicola è il suo personaggio più enigmatico: Principessa. Interpretata da Tiffany Shepis vestita solo con un mantello di piume di corvo, Principessa entra in un mondo di orrore.
Non mancano le scene splatter, degne delle indicibili e insostenibili torture che la prigione millanta: denti strappati, sgozzamenti, occhi cavati con cucchiaini e crani sfondati.
Tuttavia, Wrath of the Crows non punta tutto sullo splatter, come altri del genere “torture carcerarie”.
La narrazione strutturata di Wrath of the Crows
Quello che sembrava essere iniziato come niente più di una serie di scene splatter entra ben presto in film dalla narrazione strutturata e difficile da seguire.
Gli incubi che infestano le menti dei protagonisti, accompagnati da vari flashback, ci presentano una trama complessa e non facile da capire. D’altronde nemmeno i protagonisti ricordano nulla del loro passato. Perciò la confusione dello spettatore è la stessa dei protagonisti.
L’horror di Zuccon ti avvolge completamente, così come la claustrofobica e atroce prigione, che è tutto ciò che conosciamo, tutto ciò che i protagonisti conoscono.