Nympha: un horror all’italiana

L’horror italiano regala spesso film inquietanti e sorprendenti e tra questi possiamo annoverare un film dal tema mistico-religioso del 2007: Nympha. Regia, fotografia e montaggio sono firmati dal poliedrico Ivan Zuccon, mentre soggetto e sceneggiatura da Ivo Gazzarrini. La colonna sonora è di Richard Band.

La trama

Un’americana di nome Sarah (Tiffany Shepis) si ritira in un isolato convento di campagna per prendere i voti. La donna ha deciso di redimersi da una vita vissuta nel peccato, riflettendo su se stessa e dedicandosi a Dio. Tuttavia, presto scopre che i metodi di purificazione adottati dalle suore, guidate da un’austera Madre Superiora (Alessandra Guerzoni), sono ben poco ortodossi e prevedono le più svariate forme di umiliazione e tortura.

Nympha
Nympha: le suore di un convento decisamente non convenzionale.

Quando compare la figura del “dottore” (Giuseppe Gobbato) la povera Sarah si trova a subire perfino una cruenta perforazione del timpano. La donna precipita in uno stato di confusione mentale a causa delle violenze che le vengono inflitte, fino a ritrovarsi sul baratro della follia. Ogni passo che la dovrebbe condurre alla salvezza dell’anima si rivela estremamente doloroso sia per il corpo che per la mente. Inoltre comincia ad avere alcune visioni sulla vita di una ragazza, Nympha, rovinata dal fanatismo religioso del nonno Geremia. La  pazzia e la perfidia del vecchio sembrano aver impregnato le mura di quel convento.

La scuola dell’horror italiano

Zuccon ha dichiarato: “ad influenzarmi è stato sicuramente il cinema di John Carpenter degli anni ‘80. Lovecraft è arrivato invece molto più tardi, quando già mi cimentavo con i miei cortometraggi. Invece l’altro grande scrittore dell’orrore, Edgar Allan Poe, mi ha influenzato parecchio da ragazzino”. Oltre a questi influssi esteri, l’indole di Nympha è quella di calcare le orme dell’horror all’italiana . Come da tradizione, infatti, non lesina sull’utilizzo del sangue, dell’erotismo (anche lesbico) e delle nudità.

Nympha
Nympha: la locadina del film.

Inoltre, immerge lo spettatore nel terrore dei protagonisti attraverso una trama sconnessa e tortuosa che raggiunge il culmine e trova una spiegazione soltanto nel finale. Com’è tipico dell’horror italiano, anche Nympha affronta il rischio di confondere il pubblico, puntando più a coinvolgerlo che a farlo assistere passivamente. La scia seguita è quella di grandi come Aristide Massaccesi, Michele Soavi, Mariano Baino, e, ancora, Bava, Argento e Fulci. Tuttavia, poiché in Italia i produttori sembrano non volersi avventurare facilmente in produzioni indipendenti, l’uscita della pellicola avviene fuori dal paese. Per questo motivo, essa viene girata interamente in inglese e sottoitolata in italiano per poterla meglio collocare sul mercato estero.

Le protagoniste principali

Zuccon è un maestro nel mettere in luce le peculiarità dei protagonisti e, per farlo, sceglie accuratamente i suoi attori. In questo caso i ruoli di spicco sono quelli di Tiffany Shepis e Alessandra Guerzoni. Avevamo già ammirato la Shepis, famosa Scream Queen, in altri film horror. Per esempio, in Nightmare Man del 2006, dove interpretava un donna posseduta dal Diavolo.

Nympha
Nympha: una scena del film.

In Nympha è assolutamente perfetta e a suo agio. Mostra infatti tutta la sua espressività e intensità nelle vesti di Sarah, donna sul ciglio della follia, in preda alle visioni, ricoperta di sangue, spogliata e seviziata. Nulla le viene risparmiato, e con lei nemmeno lo spettatore può esimersi dal precipitare nella spirale di terrore.
Alessandra Guerzoni, d’altra parte, ricopre così egregiamente il doppio ruolo della sadica e fredda Madre Superiora e di sua figlia Lavinia da essere irriconoscibile nei panni dell’una e dell’altra.

Considerazioni sul film

Il regista aveva già lavorato ad altre pellicole interessanti: The Darkness Beyond (2000), The Shunned House (2003) e Bad Brains (2006). Come in queste, anche in Nympha è evidente la sua spiccata passione per l’horror.
L’atmosfera che rappresenta è claustrofobica, onirica, così come le allucinazioni della protagonista. La fotografia è cupa, con colore prevalente il verde scuro e ambientazioni perlopiù notturne. Il film mette in scena inoltre degli apprezzabili effetti speciali, in particolare nelle parti splatter. Nympha è consigliato soprattutto ai nostalgici dell’horror italiano anni ’70 e ’80. Un genere forse démodé per alcuni, ma in fondo indimenticabile e senza tempo per gli appassionati.

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