Terror Take Away è il secondo film horror diretto dal regista genovese Alberto Bogo, dopo l’uscita di Extreme Jukebox nel 2015. Distributo dalla Troma Entertainment su interessamento di Lloyd Kaufman in persona, è uscito nel 2018 ed è prodotto da David Ferrando, Sonia Passarelli e Lucio Basadonne. La storia si basa sulla leggenda metropolitana di un fattorino delle pizze che è anche un maniaco omicida. Il film è interpretato da Andrea Benfante, Selene Feltrin, Fiorenza Pieri e Alessia Sala.
La trama
Terrence Parode (Roberto Serpi) è un imprenditore miliardario proprietario di un impero economico, la catena di pizzerie “Tinto’s Pizza”. L’uomo, senza scrupoli e asservito al dio denaro, escogita una trovata pubblicitaria legata al personaggio di Max, un portapizze pazzo e omicida. Chiunque ordini la pizza 237 sfiderà le ire del fattorino: se questi non sarà soddisfatto della mancia ricevuta, infatti, punirà i suoi clienti.
Con questa storiella studiata ad hoc Terence ottiene un’enorme visibilità e aumenta esponenzialmente il suo giro d’affari. Decide così di organizzare una gara che si rivelerà un gioco al massacro. Cinque persone selezionate vengono rinchiuse per un weekend nella sua villa, senza cellulari o contatti con l’esterno. Il primo premio per il vincitore consiste in un posto di lavoro presso la Tinto’s Pizza. L’inaspettato è però dietro l’angolo e i protagonisti devono fare i conti con un vero serial killer assetato di sangue. Cominciano così le sfide del reality-game: perdere significherà irrimediabilmente morire.
La satira politica
Sarebbe riduttivo pensare a Terror Take Away senza valutarne il risvolto più profondo di satira politica e denuncia sociale. Lo stesso regista ha dichiarato: “Meno attori, meno locations, una storia più semplice e precisa. Una slasher-comedy con un sottotesto sfacciatamente e dichiaratamente politico. Rispetto al mio esordio si tratta di un film più di sostanza, meno incentrato sull’estetica e più concentrato sugli attori e sul messaggio”. E così vediamo un elemento peculiare dell’italianità, la pizza, mescolarsi ad un tema tanto attuale quanto drammatico, quello della mancanza di lavoro.
Per questo, il premio finale per i partecipanti al reality non è un compenso o un regalo strabiliante, bensì l’agognato posto fisso da dipendente. Un miraggio ormai per molti, tanto che i protagonisti sono disposti perfino a rischiare la propria vita pur di ottenerlo. Naturalmente si tratta di un’iperbole, ma vi è comunque un intento dichiaratamente di denuncia della difficile situazione italiana. La lotta crudele per la sopravvivenza diventa così anche la lotta per il riscatto economico di una società disperata.
Terror Take Away: considerazioni
Se l’aspetto di critica sociale ricorda i film di George Romero, Terror Take Away si rifà direttamente alla vecchia scuola del cinema horror italiano anni ‘80. Non mancano pertanto una buona dose di violenza, le belle ragazze ed una sorta di umorismo grottesco, condito da un pizzico di nonsense. Nonostante la realizzazione a basso budget tipica delle produzioni indipendenti, tutti i dettagli tecnici sono stati curati minuziosamente. Tra questi, ricordiamo la fotografia di Brace Beltempo, gli effetti speciali di Davide Riccardi e le musiche di Fabio Cuomo. Anche la regia è sorprendente, con inquadrature e cambi di scena azzardati.
Lo storytelling, originale e divertente, e il ritmo sostenuto del montaggio (di Lucio Basadonne) non lasciano mai spazio alla noia dello spettatore. Non mancano, naturalmente, delle squisite chicche gore. Basti pensare ai fantasiosi strumenti utilizzati dal killer per le sue truci uccisioni, tra cui tagliapizza giganti, pale da forno e mattarelli. Tutti questi elementi fanno di Terror Take Away un’apprezzabile commedia horror decisamente ben riuscita e brillante. Assolutamente da non perdere per gli amanti del brivido e dello splatter.