Bad Brains (2005) é uno dei titoli più apprezzati del regista italiano Ivan Zuccon, noto per la sua produzione di lungometraggi indipendenti di genere horror. La storia, inquietante ed intensa, è stata scritta con la collaborazione di Ivo Gazzarrini. Nel cast troviamo Emanuele Cerman, Valeria Sannino, Matteo Tosi, Kristina Cepraga, Walter D’Errico, Lorenza Damiani, Loana Gloriani.
La trama
Davide (Emanuele Cerman) e Alice (Valeria Sannino) sono fratello e sorella, ma li lega un rapporto incestuoso e simbiotico. La loro vita é stata segnata fin dall’infanzia da episodi di inaudita violenza. I due nascondono un oscuro segreto: attirano le persone nel loro isolato casolare di campagna per poi torturarle ed ucciderle. In seguito, smembrano e ispezionano i corpi delle vittime per trovare qualcosa di misterioso, arrivando perfino a commettere atti di cannibalismo. Finché non raggiungeranno il loro scopo, continueranno ad uccidere e proseguiranno in questa ossessiva e folle ricerca.
Una notte, però, sorprendono un misterioso personaggio, Mirco (Matteo Tosi), che li ha seguiti. Lo catturano e lo seviziano, ma lui pare non temerli e dimostra di conoscere molte cose sulla loro storia e sul loro passato. Anzi, li minaccia che, nel caso lo uccidano, anche Davide morirà. Il suo atteggiamento intimorisce la coppia, che deve decidere cosa fare dell’uomo.
Un film dalle molte sfaccettature
Sarebbe oltremodo riduttivo pensare a Bad Brain come la classica storia sui serial killer. Il film è infatti molto di più. Com’è nelle corde di Ivan Zuccon, il film si ispira ai grandi maestri dell’horror italiano, tra cui Bava, Argento e Fulci. Ed esattamente come loro ci propone una trama intricata, cerebrale, con flashback e continui cambi di rotta che confondono il pubblico fino al finale.
Naturalmente c’è un fil rouge che percorre gli 82 minuti del film, ma spesso e volentieri vengono introdotte deviazioni temporali. Realtà e illusione, passato e presente, ragione e follia si mescolano. Le scene si arricchiscono di visioni e di sogni, a volte rivelatori, a volte fuorvianti in quanto frutto dei ricordi dei personaggi. L’atmosfera è onirica e condita da scene splatter, alcune davvero disturbanti, o ad alto tasso erotico. Non basta una sola visione a carpire tutti i dettagli nascosti dietro al simbolismo di Bad Brains. Per chi ama le scelte non convenzionali, la complessità di questa storia psicologica e delirante è senz’altro un punto di forza del film.
I punti di forza di Bad Brains
E un altro punto di forza è sicuramente l’ottimo lavoro svolto da Francesco Malaspina e Massimo Storari, addetti rispettivamente al trucco e agli effetti speciali. Inoltre, gli interpreti principali sono stati scelti con cura e i set (soprattutto gli interni di una casa) sono ben studiati. Come sempre, Zuccon dimostra il suo amore per i dettagli nonostante le ristrettezze di budget. La fotografia è particolarmente apprezzabile e gioca su una continua alternanza di luci ed ombre, di chiaro e scuro. Il tutto rende Bad Brains un film claustrofobico, dai toni cupi e decadenti, destinato a turbare lo spettatore.
Ma, probabilmente, ciò che più terrà incollati allo schermo è proprio la trama sottile e difficile, dotata però di un buon ritmo narrativo, che qui assume i toni del dramma familiare, come in altri lungometraggi dell’autore (per esempio, Nympha). A tal proposito, il regista ha dichiarato di avere una vera e propria predilezione per questi temi: “la verità è che io prediligo i drammi. Prima dell’orrore viene il dramma, prima ci sono i rapporti e le tensioni interpersonali. Gettate queste basi allora si può andare a sondare il lato oscuro delle persone o della vicenda”. E, in effetti, anche in Bad Brains Zuccon arriva all’horror esplorando l’oscuro dramma della vita.