Luz: il fiore del male

Luz: il fiore del male

Luz: il fiore del male (titolo originale Luz: the flower of evil) è un film horror-western del 2019 scritto e diretto da Juan Diego Escobar Alzate. È frutto di una coproduzione internazionale tra dieci paesi: Messico, Colombia, Spagna, Canada, Stati Uniti, Regno Unito, Taiwan, Argentina, Paraguay e Costa Rica. Tra i protagonisti troviamo Andrea Esquivel, Yuri Vargas e Jim Muñoz.

La trama

In Luz: il fiore del male El Señor (Conrado Osario) è un predicatore che guida con il pugno di ferro gli abitanti di una piccola comunità montana. Egli ha convinto se stesso e gli altri di essere un profeta, un pastore per il suo gregge, e comanda seguendo delle rigide regole religiose. Un giorno, El Señor porta a casa un bambino dai capelli biondi e gli occhi azzurri (Johan Camacho) che sostiene di essere il nuovo Messia. Questo evento, anziché salvare gli abitanti dalla perdizione, innescherà una serie di eventi disastrosi. Così, i seguaci dell’uomo inizieranno a dubitare della sua credibilità, sospettando che quel bambino sia addirittura un demone e non il Salvatore.

Luz: il fiore del male
El Señor, protagonista di Luz.

Persino le sue tre figlie Laila (Andrea Esquivel), Uma (Yuri Vargas) e Zion (Sharon Guzman) metteranno in discussione gli insegnamenti del padre, riflettendo sulla religione e scoprendo nel frattempo il piacere e la libertà interiore.

Il confine tra il bene ed il male

Luz è un film che si interroga sulla dualità della natura umana, divisa perennemente tra il bene ed il male, tra la spiritualità e i limiti dell’uomo. La comunità appare barricata in una sorta di fanatismo religioso e timore di Dio, ma nonostante questo non riesce a controllare i propri impulsi terreni.
Luz esplora la potenza irrazionale e a volte perversa della cieca fede religiosa, disposta a tutto, anche alla corruzione e agli abusi, perché pur sempre trainata dall’irrazionalità umana.

Luz: il fiore del male
Gli angeli di Luz: tra spiritualiàtà e desideri terreni.

Alla fine, mostra che in ognuno di noi coesiste il buono e il cattivo, come in due facce della stessa medaglia. Lo conferma lo stesso regista in un’intervista a Horror Italia 24. Egli ha infatti dichiarato: “Luz: Il Fiore del Male è una porta per il paradiso ma allo stesso tempo una discesa all’inferno. Un film che si divide come uno Jing-jang, metà del film è luce e l’altra è puro male e oscurità. Non ci può essere luce senza oscurità o viceversa”.

Luz: il fiore del male: considerazioni sul film

Luz è un film sicuramente complesso da vedere, con continui flashback e cambi di scena che non permettono allo spettatore di immedesimarsi nei personaggi. Tuttavia, la storia risulta coinvolgente anche grazie al suo aspetto introspettivo. Solleva infatti domande e riflessioni filosofiche senza fornire una risposta, lasciando a chi guarda il compito di interrogarsi.
Le immagini di questo paese di montagna, collocato in un luogo ed in un tempo indefiniti, sono state corrette ottenendo un effetto iperreale. I colori risultano vivaci e i toni saturi, tanto da conferire agli scenari dei contorni poetici e fiabeschi, spesso mozzafiato.

Luz: il fiore del male
Gli scenari di Luz, vibranti e poetici.

Ed è proprio l’immersione in questi scenari quasi mitici, vibranti, a rendere l’esperienza della visione di Luz: il fiore del male  coinvolgente ed intensa. La colonna sonora è altrettanto forte e mescola musica d’ambiente e musica classica, amplificando l’effetto emozionale. Così il regista descrive questi aspetti: “Volevo rappresentare l’Eden e l’idea del paradiso cattolico. Volevo fare un film oscuro e doloroso, ma così bello, pieno di poesia in ogni aspetto, nella musica, nella composizione delle inquadrature”. La realizzazione di questi buoni propositi è confermata dalla moltitudine di riconoscimenti ottenuti, nello specifico 26 premi portati a casa su oltre 40 nomination.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.