Oggi parliamo di Rage killers, un film di Roger A. Fratter in cui si affronta il tema dell’avidità che porta a relazioni tossiche, fantaromantiche, raccontate con un pizzico di spy story. Vediamone anzitutto la trama e cosa ne ha scritto la critica del web.
Trama di Rage killers
Un gruppo di manigoldi mossi dall’avidità uccide senza ritegno. Killers che non pensano altro che ai soldi. Uomini di bassa lega che si scontreranno con una nube tossica di dubbia natura che sta decimando la popolazione del globo.
Il mondo in Rage killers è descritto e mostrato come un grande e spoglio Far West in cui gli uomini sopravvissuti vivono alla giornata pensando solo al denaro. Un ritorno al cinema di genere con qualche sprazzo di spy story e qualche romanticheria.
Un lungometraggio per cinefili
Quello che il regista Roger A. Fratter vuole fare con questa pellicola è dare ai veri cinefili italiani una storia d’altri tempi che ricordi loro film come Femminilità incorporea o Tutte le donne di uomo da nulla.
Film d’autore, intimisti, a tratti introspettivi. Obiettivo? Fare anche una sorta di analisi psicologica dei personaggi, affrontando tramite loro e le loro storie sfumature psicanalitiche che facciano riflettere lo spettatore.
Per Fratter, che è un vero e proprio esperto di spaghetti western, un film che rappresenta un bon tour del cinema di genere, in cui può dare sfogo alla sua passione per il cinema d’altri tempi.
Una pellicola autoprodotta
Rage killers è una pellicola autoprodotta. Un film in cui il regista ha potuto mettere tutto sè stesso e tutto ciò che ama di più del cinema proprio perché lo ha realizzato da solo in tutto e per tutto.
Forse anche per questo motivo alcune cose lasciano un pochino a desiderare e sono poco credibili. Una tra tutte l’ambientazione che è post-atomica e molto finta a vedersi. Ciò non toglie che ci si trovi di fronte ad un frenetico film d’azione all’italiana, con all’interno alcuni espedienti della spy story e del cinema erotico anni ’70. Un gioiellino per gli amanti del genere.
Rage killers: erotismo al gunzaglio
Abbiamo citato l’erotismo presente nel film. Un’atmosfera fantaromantica in cui i protagonisti si lasciano andare a dialoghi e scene un po’ hot. In realtà, nemmeno così tanto hot.
L’erotismo di cui vi stiamo parlando è velato, una sorta di “vorrei, ma non voglio farti vedere tutto”. Principalmente lo si nota nelle scene con la bellissima attrice milanese Mery Rubes: una bomba sexy, naturale e piena, come poche attrici ci sono rimaste.
Intervallate a queste scene erotiche il regista mette in scena quadri d’azione, girati davvero magistralmente visto anche il fattore economico (lo ricordiamo, il film è auto prodotto e Fratter ha realizzato Rage killers con pochissimi fondi a sua disposizione).
Cast maschile interessante
L’ultima cosa che vogliamo affrontare in questa nostra recensione di Rage killers è la questione del cast. Abbiamo parlato di Mery Rubes, ma cosa possiamo dire del cast maschile?
Beh, Fratter è andato al risparmio anche su quello interpretando lui stesso il personaggio del protagonista. Non è ovviamente la prima volta per lui come attore, anzi, possiamo dire che rispetto al passato abbia fatto passi da gigante sulla recitazione: risulta più a suo agio e meno legnoso rispetto alle pellicole dei suoi primi film.
Per le scene movimentate bravo l’ormai collaudato William Carrera: un attore che da sempre regala performance intense e al tempo stesso misurate, che ben si sposano alle musiche scelte, realizzate da Massimo Numa.
Tra gli altri nomi: Maurizio Quarta, che si è occupato anche degli effetti speciali e il toscano Giovanni Montomoli. Guest star il critico cinematografico Marco Locatelli. Insomma, Fratter ritorna al cinema con una bella storia, raccontata bene visto il budget con cui è stato realizzato il film.